Ubu Re (Ubu Roi) è un'opera teatrale di Alfred Jarry, appartenente al ciclo di Ubu di cui costituisce la prima parte, pubblicata il 25 aprile1896 in "Le livre d'Art" (rivista diretta da Paul Fort) e rappresentata per la prima volta il10 dicembre 1896. Quest'opera è considerata come precorritrice del movimento surrealista e del teatro dell'assurdo. Jarry vi mescola provocazione, assurdo, farsa, parodia e umorismo crasso e sbracato.
Alfred Jarry
(nato a Laval l'8 settembre 1873 e morto a 34 anni a Parigi il 1º novembre 1907)
è stato uno scrittore e drammaturgo francese.
La sua commedia più famosa è l'Ubu Roi (1896), considerata caposaldo e vera e propria pietra miliare del teatro dell'assurdo. I testi di Jarry sono considerati tra i primi sul tema dell'assurdità dell'esistenza e hanno a che fare con il grottesco e il fraintendimento (si pensi al termine 'merdre' da lui coniato per significare qualcosa come 'merda!', ma non solo, evidentemente). Se è vero, come dice Ionesco, che "rinnovare il linguaggio vuol dire rinnovare la concezione, la visione del mondo", è indubbio che Jarry può essere considerato uno dei padri della rivoluzione teatrale contemporanea. Non stupisce allora che molti studiosi paragonino il 10 dicembre 1896, "prima" dell'Ubu roi al Theatre de L'Oeuvre di Parigi, alla tumultuosa "bataille d'Hernani" che nel 1830 vide lo scontro decisivo tra classicisti e romantici francesi. Il poeta irlandese Yeats, presente all'avvenimento, ebbe la sensazione di assistere alla fine di un'epoca. L'autore di 'Ubu' sfida consapevolmente uno dei sacri canoni dell'arte occidentale, cioè quello che vuole contenuti e forme di un'opera adeguati alla cultura e ai gusti del pubblico cui è destinata. Trasformando un personaggio concepito all'interno di una beffa studentesca nel doppio cinico e mostruoso dell'umanità, o almeno di una faccia dell'umanità, e facendolo senza nessuna strizzata d'occhio, senza nessuna complicità mondana, bensì con una sorta di disarmante immediatezza e una assoluta noncuranza delle buone maniere teatrali, Jarry mette a segno una provocazione che ha nel famosissimo 'merdre' iniziale il suo emblema definitivo. l testo - primo di una serie in cui torna la maschera di Ubu - fonde la lignea e meccanica essenzialità del teatro dei burattini con le più torbide e viscerali meschinità umane: cupidigia, egoismo, crudeltà, frode, vigliaccheria... Una fusione che conferisce all'opera e ai personaggi un'insolita dimensione epica alla rovescia.
Nato a Laval l'8 settembre 1873, da Anselme Jarry e Caroline Quernest (a sua volta figlia di Jean Baptiste Quernest, giudice a Hédé, e di Octavie-Sophronie Coutouly, presto rinchiusa in ospedale psichiatrico), il primo commesso viaggiatore e la seconda con strane propensioni, come quella di travestirsi da uomo. Anche lo zio della madre era considerato "mezzo matto". Provinciale intelligente e curioso, dopo un'infanzia in Bretagna, Jarry compì studi brillanti ai licei di Saint-Brieuc e Rennes e all'École Normale Supérieure (questi interrotti nel 1891). Trovò nella Parigi di fine secolo e nell’eccentricità dei suoi ambienti artistici la strada di una vocazione letteraria che lo portò a contatto con i simbolisti. Le sue prime opere, come Les minutes de sable, Mémorial (1894) e César Antéchrist (1895), cariche di violenza verbale e fantasia, ne seguono il gusto decadente. Non si conoscono relazioni femminili (tranne forse la scrittrice Rachilde Vallette), mentre quelle maschili, numerose, cameratesche e scapigliate, lo mettono in contatto con Léon-Paul Fargue, suo caro amico, e Mallarmé, mentre traduce Coleridge, Stevenson o Emmanouil Roidis, e prende disordinati appunti di lettura, poi trasformati in articoli. Quando non è a Parigi è a Corbeil, dove ha acquistato una specie di baracca, o a Laval, dalla sorella Charlotte. Il suo gusto per il teatro risale agli anni dell'adolescenza, quando in famiglia aveva inventato un teatro detto "Phynances" al quale lavorava con amici, i fratelli Morin. Collaborò al “Mercure de France” e a "Ymagier", rivista di Remy de Gourmont, poi pubblicò due numeri della propria rivista “Perhinderion”. La sua fama, più che all’avventura letteraria (che lo colloca tra i creatori dell’avanguardia), è legata all’invenzione di un personaggio: “Padre Ubu”; grottesca marionetta umana, avida di potere e di denaro, ingorda, cinica, brutale e paurosa, che rappresenta il piccolo borghese del tempo, affascinato dall’idea del potere e della gloria e vile al loro cospetto; ma le avventure di Ubu non lasciano mai affiorare il moralismo e si svolgono nella frantumazione delle consuetudini linguistiche e sceniche tradizionali. “Ubu re” venne messo in scena nel 1896 al Théâtre de l'Œuvre di Parigi, dove si creò un certo scandalo e un rifiuto, ma vi fu anche chi scrisse: ”Ubu esiste ormai inevitabilmente”. Dopo Ubu Roi, riprese il personaggio in Ubu Cocu e Ubu enchaîné (1900), in Almanach illustré du Père Ubu e Ubu sur la Butte (1901). Fondò con il musicista Claude Terrasse il "Théâtre des Pantins" e conobbe Apollinaire, Picasso e Marinetti, tutti come lui innovatori. Abitò con Henri Rousseau. Jarry morì a soli 34 anni, di tubercolosi, complicata fra l'altro da denutrizione, mancanza di riscaldamento, uso di alcol puro e assenzio. Il suo corpo fu tumulato nel Cimitero di Bagneux, vicino Parigi. Dopo la morte uscì il romanzo postumo Gestes et opinions du Docteur Faustroll, pataphysicien (1911) e diversi scritti lasciati incompiuti o a livello di progetto.
Rivista Ubu (Milano Libri Edizioni) - n.1 (dicembre 1970)
diretta da Franco Quadri